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Commenti al testo di cristina bizzarri
In dubio pro rea
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Cristina Bizzarri
- 30/12/2014 16:11:00
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... " la nostra insuperabile contingenza". Eh già. Lo dici bene Giovanni, con la tua - ma non è certo una definizione la mia - sottile eleganza che evita sempre la spietatezza: si conosce e comprende a fondo laltro. Ecco peché è elegante: " ... invece delle parole arriva l’immagine di alte finestre: il vetro che cattura il sole, ed oltre a quello l’azzurra intensità dell’aria, che non mostra nulla, e non è in nessun punto, ed è infinita." - Philip Larkin, "Alte finestre". E anche per questo: " we should be careful Of each other, we should be kind While there is still time". Sempre Larkin: "The Mower". Mi piace Larkin. Ecco perché sei elegante. Due buone ragioni. Quanto a Severino, credo che creda in una Gioia che ci oltrepassa. Mi piace condividere questo sentimento! Perché, spiegalo come ti pare, ma è pur sempre un sentimento.
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Giovanni Baldaccini
- 29/12/2014 13:36:00
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- e infine: certe sere difficili
dove si perde il filo di tutto e si aspetta che passi,
tramortiti da mancanza.
Sono proprio quelle sere che permettono di ritrovarsi e superare la mancanza che è sempre relativa alla propria esistenza insufficiente e insufficientemente considerata. Quanto a Severino, dubito che abbia mai preso in considerazione qualunque forma mistica al di là del senso di una difesa dallangoscia, dalla quale gli Immutabili – tanto per esprimerci con Severino – non proteggono affatto. Buon Anno Cristina,qui tra noi e la nostra insuperabile contingenza.
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Elsa Paradiso
- 28/12/2014 20:09:00
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Specifico meglio. Correlatore alla mia tesi di laurea. Il relatore era il Prof. Angelino. Ma ora che mi viene in mente i Severino erano due fratelli ... entrambi filosofi assai dotati. Ciao.
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Cristina Bizzarri
- 28/12/2014 19:56:00
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Grazie Elsa, ho provato a dare una forma discorsiva, vagamente ironica e "eliotiana" (quellaccenno alle sere mi viene un pochino dalla "Waste Land", in particolare il secondo movimento intitolato "Una partita a scacchi")a un mio personale sentire. Insomma, un esercizio e insieme un dar voce ai miei sentimenti. Mi emoziona quello che mi dici sul tuo essere stata relatrice insieme a Severino, un filosofo di cui ho leggiucchiato/spiluccato frammentariamente molti testi; dire che lo stimo è poco, nella mia vita è una figura "mitica" per molti motivi, anche se lui forse direbbe che il mito fa parte del destino della Terra e che appartiene alla follia dellOccidente - credere cioè che le cose nascano e muoiano ... o forse no, il mito accenna già ad altro ... Trovo il suo pensiero davvero rivoluzionario! Mi fa pensare che le parole di Gesù (e forse di molti altri) siano state in parte travisate e stravolte. Istituzionalizzate e prese troppo alla lettera. E un discorso lunghissimo, lo so, ma mi ha fatto piacere accennarvi! In fondo scrivere poesie è rivelarsi.
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Elsa Paradiso
- 28/12/2014 18:31:00
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Cristina, indubbiamente originale, e interessante dal punto di vista psicologico questo tuo scritto. Ciao.
P.S Il Severino (di nome e di fatto) fu mio correlatore ...
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